Che si tratti di una toccata e fuga, di un week end a Napoli o di una vacanza di più giorni, la visita a questa città non può assolutamente considerarsi completa senza una vera e propria full immersion nei sapori partenopei.
Napoli si sa, non solo è bella da morire (del resto c’è il detto “Vedi Napoli e poi muori”, no?) ma è anche e soprattutto “buona”! Ditemi se non è così!
Quando si pensa di visitare Napoli, sono tre le cose che ci vengono subito alla mente: pizza, sfogliatelle e babbà. E oltre a questi tre must, noi aggiungiamo anche la pizza fritta, la pizza a portafoglio, il fiocco di neve ed il cuoppo!
Ma quali sono i posti giusti dove mangiare a Napoli trovando ancora quei sapori autentici e della tradizione?
E soprattutto, dove mangiare la pizza a Napoli?
Vi svelo un segreto, anche se poi tanto segreto non è. A Napoli mangerete benissimo più o meno in tutti i posti (ovvio, da evitare situazioni iper turistiche).
Primo perché qui tutti rispettano l’antica tradizione dei maestri pizzaioli: non per niente è stata costituita l’Associazione Verace Pizza Napoletana proprio per tutelarne la tipicità ed unicità.
Secondo per la qualità degli ingredienti base e della materia prima che viene utilizzata, in particolare il pomodoro e la mozzarella che qui sono sempre qualcosa di speciale. Quando mangerete la pizza a Napoli, capirete di cosa parlo!
C’è poi un altro aspetto positivo di Napoli: i costi!
Vi renderete davvero conto quanto mangerete bene spendendo decisamente poco!
In questo articolo cercheremo di portarvi alla scoperta di alcuni posti storici (e giusti) dove mangiare a Napoli.
Ovviamente qui la parola “dieta” è letteralmente sconosciuta e dunque è da dimenticare quando si visita Napoli!
Allora siete pronti ad un viaggio tra i sapori partenopei?
Cosa mangiare a Napoli: i must da non perdere
Inutile che ve lo dica, Napoli è la Pizza!
Preparatevi dunque a gustare uno dei piatti più buoni al mondo: non per niente l’arte del pizzaiolo è stata addirittura riconosciuta come Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco!
Se la pizza è la regina indiscussa della cucina napoletana ci sono due sue varianti, se così si possono definire, assolutamente da non perdere: la pizza portafoglio, vero must del cibo di strada partenopeo, e la pizza fritta.
Altra vera tradizione ed istituzione dello street food napoletano da passeggio è il cuoppo, il cono ripieno di fritti: che sia di mare o di terra, va preso e degustato (magari per merenda) mentre si cammina per le vie della città.
Ovviamente una nota di merito va alla mozzarella di bufala della Campania: se vi capita di incrociare piccole botteghe di alimentari dove poterla comprare e soprattutto degustare al momento, fatelo!!!!
A noi è capitato nel Rione Sanità… il rischio che correrete è che una tira l’altra…
Passiamo ora ai dolci napoletani: anche su questo fronte è inutile, i pasticceri a Napoli sono dei veri e propri maestri.
Quelli assolutamente da mangiare a Napoli sono:
• il babbà
• la pastiera napoletana
• la sfogliatella riccia o frolla (il dolce per eccellenza di Napoli)
• il Fiocco di Neve
• il Ministeriale
E poi il caffè! Non si può lasciare Napoli senza aver bevuto un buon caffè!
Ok! Dopo avervi accennato di queste squisitezze, quasi quasi prenoto subito un biglietto aereo per Napoli!
La pizza di Napoli
A Napoli sono diverse le pizzerie dove andare a gustare una vera pizza napoletana. E se si visita Napoli per la prima volta, non si può non partire da quelle più storiche divenute vere e proprie istituzioni della città.
Tre regole che dovrete tenere presente:
1) a Napoli la vera pizza è la Margherita e la Marinara e quindi aspettatevi di trovare anche solo queste due tipologie in menù;
2) Spesso non è possibile prenotare un tavolo: armatevi di pazienza e non sorprendetevi delle lunghe file che dovrete affrontare di fronte alle pizzerie più note e storiche
3) Le pizzerie storiche sono ambienti generalmente spartani: qui si bada alla sostanza, tutto è concentrato sulla lavorazione della pizza.
E’ comunque uno spettacolo vedere proprio i pizzaioli all’opera.
Infine rimarrete stupiti di quanto poco si spende per mangiare una pizza ottima. Se poi lo paragonate a quello che generalmente siamo abituati a pagare dalle nostre parti (ovvero Milano e dintorni), la tentazione di chiedere la cittadinanza a Napoli sarà fortissima!
Ma prima di sederci al tavolo di uno di questi luoghi imperdibili…
Quanti di voi sanno perché si chiama così la “pizza margherita”?
Cenni storici sulla pizza
Ci sono cenni storici che riportano a ricette risalenti addirittura al 1500. Ma è dopo la metà del 1800 che la pizza “pomodoro e mozzarella” fa la sua comparsa sulle tavole napoletane.
Ed è con la visita di Re Umbero I e della Regina Margherita di Savoia avvenuta nel 1889 che la pizza trova la sua ufficiale “incoronazione” grazie a Raffaele Esposito, considerato il miglior pizzaiolo di quel periodo.
In onore della visita dei reali a Napoli, Esposito prepara una pizza con pomodoro, mozzarella e basilico riprendendo volutamente i colori della bandiera italiana. Piacque così tanto alla Regina che lo ringraziò direttamente e così Raffaele Esposito intitolò questa sua creazione “Pizza Margherita”.
Ma non voglio lasciarvi oltre con l’acquolina in bocca. Ecco i posti che vi consigliamo dove andare a mangiare a Napoli la pizza.
Dove mangiare la pizza a Napoli
Ma veniamo ai posti dove mangiare la pizza a Napoli. Il più famoso in assoluto, vera istituzione partenopea, è l’Antica Pizzeria da Michele. Da Sorbillo, Di Matteo, Starita a Materdei e Concettina Ai Tre Santi lo seguono a ruota, o meglio, ne contendono la fama. Noi ci siamo sacrificati e li abbiamo provati tutti.
L’Antica pizzeria da Michele
L’Antica pizzeria da Michele la trovate in Corso Umberto I.
La riconoscerete per la fila che troverete immancabilmente di fronte all’ingresso. Non che gli altri non ce l’abbiano, ma qui forse troverete quella più lunga.
Noi abbiamo fatto letteralmente 2 ore di coda (tenete presente che comunque era il mese di agosto) che si aggiunge, pensate, a quella di chi aveva fatto le prenotazioni per l’asporto.
Da Michele è famoso anche per il film di Giulia Roberts, “Mangia prega Ama”: questa pizzeria è stata infatti una delle location del film.
Semplice, spartano, alle pareti risaltano le piastrelle bianche e verdi. La pizza è sottilissima. E questo è un elemento che la differenzia da tutte le altre pizzerie. Ed è davvero buona buona come ci si aspetta. Quello che sorprende è la bontà del pomodoro utilizzato, uno dei più buoni tra le pizzerie testate.
Fedele alla tradizione, la scelta in menù si limita proprio alle pizze classiche: marinara rossa e margherita, pizza quest’ultima che comunque io sono solita prendere.
Una volta entrati il servizio è decisamente rapido e veloce (perché fuori c’è gente che aspetta). Ma non per questo qualcuno ci ha messo fretta una volta seduti e serviti al tavolo.
Sia io che Alessandro abbiamo preso la margherita, dell’acqua, una birra e una coca cola il tutto per il costo complessivo di 18 euro. Certo che a Milano questi costi te li sogni!
Pizzeria di Matteo – Via Dei Tribunali
Di Matteo lo trovate in Via dei Tribunali.
Altro posto gettonatissimo: in questa pizzeria si fece portare anche il Presidente Clinton durante una sua visita a Napoli in occasione di un G7.
Qui fortunatamente prevede meno ore di coda. Mentre si è in attesa, vi consiglio di provare qualche frittino che si possono ordinare dal bancone dell’asporto: da Di Matteo non dovete assolutamente perdervi la sua frittata di pasta, una delle migliori che io abbia mai mangiato!
Provate anche la sua pizza fritta, altra cosa imperdibile di Di Matteo… Unica cosa, non badate alla quantità d’olio che rilascerà!
Da Di Matteo troverete più tipologie di pizze nel menù, qualche gusto tradizionale come quattro stagioni ma per il resto sono tutte varianti con bufala e mozzarella e sono tutte pizze che hanno vinto svariati premi.
La pasta è più spessa e si avvicina di più alla nostra idea di pizza napoletana. In più qui per i gruppi o per i super affamati c’è la possibilità di farla fare in versione maxi (che è veramente gigante).
Anche in questo caso abbiamo speso davvero poco.
Gino Sorbillo – Via dei Tribunali
Altra istituzione della pizza napoletana è Gino Sorbillo. Basta leggere il suo claim per capire quanto da Sorbillo la pizza sia una “questione” di famiglia: Sorbillo è l’unica ed antica famiglia napoletana di 21 figli tutti pizzaioli! Roba da Guinness dei primati!
Una tradizione che nasce nel 1935 con l’apertura della pizzeria in Via dei Tribunali e che, come allora, continua a deliziare i palati di migliaia di persone con le sue pizze.
Di sicuro insieme a quella di Michele è la pizzeria più famosa anche grazie al fatto che il marchio Sorbillo, soprattutto negli ultimi anni, è uscito da Napoli conquistando altre piazze, da Milano fino a New York.
Con uno sguardo rivolto sempre alla tradizione, da Sorbillo c’è un’attenzione all’innovazione e alla ricerca costante della migliore materia prima, come ad esempio l’utilizzo di farine biologiche.
Anche in questo caso preparatevi ad aspettare in coda molto tempo sia che optiate per il pranzo che per la cena.
Tanto che noi abbiamo desistito e rimandato a quando capiteremo in città a metà settimana e non nel week end!
La domenica poi è chiuso.
Pizzeria Starita a Materdei
Altra famiglia, altro simbolo della pizza napoletana: qui la storia incomincia ad inizio del ‘900 per arrivare fino ai giorni nostri con la quarta generazione rappresentata da Giuseppe.
Famoso perché nei suoi locali venne girata una scena del film “L’oro di Napoli” diretto da De Sica e con Sophia Loren protagonista, Starita è un’altra di quelle tappe che deve essere assolutamente inserita in un pizza tour a Napoli.
Dietro il bancone ad impastare c’è proprio il Sig. Starita!
Qui la pizza viene servita con una grattuggiata di pecorino e il pomodoro è qualcosa di veramente spaziale.
Tra tutte le pizzerie testate questa è quella con il pomodoro più buono!
A differenza delle altre pizzerie, troverete un menù con un’ampia varietà di pizze dove comunque la qualità della materia prima (pomodoro e mozzarelle) rimane eccelsa.
Vi è la possibilità di richiedere la pizza senza glutine con un aggiunta di 4 euro sul costo. Se volete assaggiare un suo cavallo di battaglia, chiedete della “Montanara“.
Concettina ai Tre Santi – Rione Sanità
In pieno Rione Sanità, il quartiere di Totò, Concettina ai Tre Santi è la pizzeria del giovanissimo Ciro Oliva. E anche questa è un must di Napoli.
Alle spalle ci sono 4 generazioni di pizzaioli e una storia che inizia nel 1951 proprio con Concettina, la bisnonna di Ciro, che sfornava con grande dedizione pizze fritte per tutto il Rione Sanità.
Quella di oggi, a differenza delle altre che abbiamo testato, è sicuramente una pizzeria che conserva la tradizione ma con uno stile più moderno e meno turistico.
Un locale più “cool”, decorato all’interno con maschere napoletane appese alle pareti, bicchieri raffinati ed originali ed un carinissimo dehor sul retro.
Iper gettonato, trovare posto può essere un impresa: non solo è stato tra i protagonisti di Alessandro Borghese in 4 ristoranti, ma compare anche sulla guida Michelin.
Noi siamo andati ad assaggiarla, e quasi per un colpo di fortuna abbiamo trovato un posto (siamo andati molto presto).
Come sempre pizza margherita per me per fare un vero confronto con le altre, mentre Alessandro ha scelto una pizza più particolare: mozzarella di bufala, niente pomodoro ma pomodori datterino freschi gialli.
La pizza si è rivelata buona, ma allo stesso tempo più corposa e sostanziosa delle altre. Tra tutte quelle assaggiate questa è quella un pochino più pesante e con il cornicione più “gommoso”.
Questo appunto non vuole essere una critica perché la pizza a noi è comunque piaciuta.
Nota di merito per Ciro per la Pizza Sospesa, ovvero l’iniziativa solidale di Concettina ai Tre Santi. Come per il caffè sospeso, chi vuole ordina una pizza e ne paga due, lasciandola appunto “in sospeso” per chi non può permettersela.
Pizza a portafoglio e la pizza fritta
La pizza a portafoglio altro non è che una pizza normale ma di dimensioni leggermente ridotte che viene richiusa su se stessa (appunto come un portafoglio) per poter essere presa in mano e degustata passeggiando.
In qualche raro caso potrete trovarla in menù anche come pizza a libretto. La pizza a portafoglio è uno dei must imperdibili dello street food napoletano.
Così come la pizza fritta, altro cibo di strada iconico di Napoli, in questo caso è fatta con ingredienti più poveri: niente pomodoro e mozzarella, ma ricotta di bufala.
Entrambe le troverete quasi ad ogni angolo del centro storico. Noi vi consigliamo di mangiarla sempre da Sorbillo o da Antica Pizza Fritta da Zia Esterina Sorbillo, proprio di fianco a Sorbillo, sempre in Via dei Tribunali.
Non preoccupatevi, in questo caso non starete in fila due ore in quanto c’è un locale dedicato proprio all’asporto.
Volete che vi stupisca? Una pizza a portafoglio e una pizza fritta per soli 6 euro totali… addio dieta!
Altri posti che mi hanno consigliato dove mangiare la pizza fritta a Napoli (ma che non ho testato) sono:
• Pizzeria De Le Figliole (nel cuore di Forcella)
• Antica Friggitoria La Masardona (Piazza Vittoria)
Spaghetteria all’antica
Nella nostra guida “dove mangiare a Napoli” non poteva mancare un posto speciale dove assaggiare i piatti della tradizione realizzati seguendo ricette che si rifanno alla vera e antica tradizione napoletana.
Cuccuma Caffè è un posto speciale, un piccolissimo locale che sa di casa in una traversa di Spacca Napoli. E’ famoso soprattutto per il suo caffè rigorosamente realizzato con la cuccuma, l’originale caffettiera napoletana.
Achille, il proprietario, sarà ben lieto di spiegarvi e farvi vedere tutti i passaggi che si devono seguire per fare il caffè con la cuccuma. Pensate che è ormai uno dei pochissimi locali di Napoli dove il caffè viene servito ancora in questo modo.
Ma da Cuccuma Achille non serve solo caffè ma realizza primi piatti della tradizione da consumare in condivisione. Come? Al tavolo i commensali dovranno scegliere un unico piatto uguale perché verrà servito in una grossa marmitta. Un piatto insomma davvero conviviale (norme covid permettendo…).
Tra le ricette da segnalare, gli spaghetti alla San Gennaro, la preferita di Totò, una pasta che prevede come ingredienti base il pane raffermo, le acciughe, e pomodorini . Un piatto che ormai è difficile trovare nella lista dei ristoranti napoletani.
Nota di merito anche per i dolci ovviamente “fatti in casa”. Noi abbiamo assaggiato un’ottima caprese e un tiramisù buonissimo.
Cuzzetiello, genovese e il ragù napoletano
Un altro posto da non perdere a Napoli è Tandem Ragù, famosissimo per il suo ragù alla napoletana e per il cuzzetiello ovvero un enorme panino stracolmo di ragù.
Diversi i punti a Napoli dove potete trovare Tandem. Noi per comodità siamo andati in quello di SpaccaNapoli: aperto da poco è l’unico dove troverete in vendita anche i barattoli già pronti di ragù e di genovese (altro tipico sugo partenopeo) così da portare via un po’ di sapori della tradizione.
Qui si viene per mangiare un bel piatto di pasta fatta in casa o il cuzzetiello, un panino bello ripieno che soddisferà la vostra voglia di sugo napoletano.
Che ordiniate la pasta o il cuzzetiello, potrete scegliere di gustarveli con diverse tipologie di condimento/ripieno: con carne al ragù, con polpette al ragù, con la genovese, con salsiccia al ragù ma anche vegetariano o con parmigiana di ragù.
Per provare entrambe le specialità, abbiamo preso un cuzzetiello con ragù e polpette e gli ziti (un tipo di pasta) alla genovese.
Quest’ultimo è un ragù bianco molto gustoso grazie anche alle tante cipolle che dopo una lunghissima cottura a fuoco lento, si trasformano in una sorta di purea molto saporita e con una nota dolce. Non chiedete la ricetta, da Tandem è top secret… Si sa solo che segue ancora quello che faceva la nonna!
Preparatevi comunque ad un piatto decisamente poco “leggero” e poco estivo che mette alla prova. Noi non potevamo non assaggiare una delle ricette proprie della tradizione napoletana.
Risultato: Tandem è consigliatissimo! Ed è super economicissimo come del resto tutto a Napoli.
Dove mangiare il migliore babbà a Napoli
Anche per il babbà, in qualsiasi posto decidiate di mangiarlo, cadrete in piedi.
C’è però una pasticceria considerata come la migliore proprio per i suoi babbà: la Pasticceria Capparelli, che trovate nel cuore del centro storico, anche in questo caso in Via dei Tribunali.
Così, dopo pizza a portafoglio e una pizza fritta, visto che tutto su trova a pochi passi, potrete concludere in bellezza il vostro trittico tutto partenopeo!
Ammetto di non essere mai stata una grandissima fan di questo dolce napoletano.
Anche perché, quelli che siamo soliti assaggiare qui al nord sono un po’ diversi: hanno un impasto più consistente e sono molto più inzuppati di rum.
Da Capparelli, il babbà è una nuvola soffice e viene bagnata con il rum al momento che però qui è leggero, sembra quasi “diluito”.
Una vera e propria bontà! Sia io che Alessandro ne avremmo mangiati subito altri dieci!
Un altro posto consigliato per il Babbà, è Scaturchio (pasticceria famosa per il Ministeriale). Ad onor del vero dobbiamo dirvi che lo abbiamo assaggiato ma quello della Pasticceria Capparelli per noi rimane il migliore!
Dove mangiare a Napoli la sfogliatella
La sfogliatella napoletana è decisamente uno dei miei dolci preferiti!
Due sono le varianti che troverete di questo dolce tradizionale: la sfogliatella riccia (quella più comune) e la frolla.
Quest’ultima da noi al nord la si trova proprio solo in realtà gestite da maestri pasticceri napoletani.
Il ripieno è lo stesso per entrambe le tipologie di sfogliatella: una deliziosa “crema” a base dì ricotta, semolino, uova, zucchero e aggiunta di canditi.
La differenza sta nella forma e nella lavorazione della pasta.
La sfogliatella riccia assomiglia ad una conchiglia ed è composta da diversi strati di pasta molto sottili che la rendono più croccante.
La frolla invece ha una pasta decisamente diversa, più morbida e soffice oltre ad avere una forma tondeggiante, appunto quasi una frolla.
A completare la differenza con la riccia, la spruzzata di zucchero che viene data sulla sua superficie.
Due sono i posti che si contendono la migliore sfogliatella di Napoli: Attanasio e Pintauro.
Pintauro lo trovate in Via Toledo e vanta la nomea di essere stato il primo che ha inventato la sfogliatella.
In realtà la ricetta originale della sfogliatella risale addirittura al 1600 e nasce nel convento di Santa Rosa sulla Costiera Amalfitana dove le monache di clausura crearono appunto la sfogliatella Santarosa.
Fate attenzione perché Pintauro ad agosto, in estate solitamente è chiuso.
Attanasio lo trovate invece vicino alla stazione dei treni. In questo caso, al contrario di Pintauro, ci sono stata due volte e devo ammettere che le loro sfogliatelle sono davvero buone confermando la fama che le precede.
Se volete una versione di sfogliatella “un po’ ricca”, differente dalle versioni classiche, di recente apertura c’è Cuori di Sfogliatella.
Qui potrete assaggiare sfogliatelle fatte in mille modi diversi: con i frutti di bosco, con il cocco, al limone, alle mandorle con le fragole…
C’è un vero e proprio imbarazzo della scelta. Però devo ammettere che quelle tradizionali di Attanasio o di Pintauro sono a mio avviso più buone.
Il Fiocco di Neve di Poppella
Questo dolce in realtà ha fatto la sua comparsa sulla scena di Napoli recentemente, giusto qualche anno fa.
E da subito l’ha conquistata spopolando! Ideato dalla Pasticceria Poppella, sia che andiate nel locale del Rione Sanità che in quello vicino a Via Toledo, ormai entrambi sono da mettere nella lista dei posti dove mangiare a Napoli: troverete infatti un vero pellegrinaggio di nuovi adepti del Fiocco di Neve.
E ammetto che anche noi ne siamo diventati parte.
In realtà la Pasticceria Poppella ha radici lontane che risalgono addirittura al 1920.
Dal 2005 la guida di questa realtà è passata nelle mani di Ciro, rappresentante della terza generazione. Ed è lui a diventare il creatore di questo dolce ormai ricercatissimo da tutti, il fiocco di neve, la cui ricetta è tenuta segretissima.
Nella nostra visita fatta nel locale a Rione Sanità, abbiamo anche avuto la fortuna di sederci e prendere un caffè proprio con Ciro, che ci ha raccontato com’è nato il fiocco di neve.
Tutto è nato in un momento di difficoltà quando il Rione Sanità non era quello di oggi.
E proprio per superare queste difficoltà, Ciro ha voluto inventare questo sofficissimo (e buonissimo) dolce nell’intento di donarlo ai bambini.
E come ha detto lui, sono stati i bambini a “portargli fortuna” e la gente, dopo questa operazione, ha iniziato ad andare a fiumi rendendo così super popolare la Pasticceria Poppella.
Ciro è così orgoglioso del fiocco di neve che sul braccio ha tatuato il logo!
Abbiamo provato a carpire il suo segreto ma nulla da fare.
Sappiate solo che la crema è a base di ricotta di pecora…
Ed è buonissima! Ci sono poi le varianti al cioccolato e al pistacchio.
E da circa 3 mesi, in onore della scomparsa di Maradona, è arrivato un nuovissimo fiocco con l’aggiunta di caramello (buonissimo). Lo riconoscerete dalla glassa azzurro Napoli posta sopra al fiocco.
Oltre al fiocco di neve troverete un’ampia scelta di altri dolci davvero di altissima pasticceria tant’è che alcuni di questi hanno ricevuto diversi riconoscimenti in varie premiazioni nazionali.
Il Ministeriale della Pasticceria Scaturchio
La storia di come è nato questo dolcetto sembra uscire da un romanzo d’amore.
Già, perché questo medaglione di cioccolato nasce proprio dall’amore di Francesco Scaturchio che nel 1920 aveva per la diva di teatro di nome Anna.
E Anna in realtà avrebbe dovuto essere il vero nome di questo dolce.
Solo che poi la famiglia Scaturchio decise di chiedere di inserire proprio questa loro creazione tra i dolci reali.
Ma questa richiesta non fu così semplice tanto da farla diventare un affare ministeriale…
L’iter fu così lungo che alla fine decisero di chiamarlo proprio “Ministeriale”.
Al di là di questa divertente curiosità, il Ministeriale è davvero una delizia: fuori ricoperto di cioccolato fondente, dentro una gustosa crema liquorosa.
E sopra il medaglione troverete soprattutto il distintivo disegno del timbro ministeriale!
Assaggiatelo nella Pasticceria Scaturchio che si trova vicino alla Piazza di San Domenico Maggiore.
La pastiera napoletana
Se c’è un dolce che identifica Napoli, la pastiera è di sicuro quello più riconosciuto.
Noi, con la scusa di prendere un caffè allo storico Caffè Gambrinus l’abbiamo assaggiata lì.
Il Gran Caffè Gambrinus è uno di quei posti che non si possono perdere a Napoli.
In prossimità di Piazza del Plebiscito, questo locale fu inaugurato nel 1890 e da subito divenne il salotto della città di Napoli che di qui vide passare numerosi personaggi noti ed artisti.
Da D’Annunzio ad Hemingway, da Benedetto Croce a Oscar Wilde, da Jean Paul Sartre a Totò…
giusto per citare una breve lista di personaggi eccellenti.
Insomma, per una pausa caffè dovete passare di qui ammirando il suo stile liberty che ne caratterizza gli interni. Noi come detto oltre che il caffè, ne abbiamo approfittato anche per assaggiare la famosa pastiera.
Non posso decretare che sia la migliore pastiera di Napoli perchè non ho assaggiato le altre e perché probabilmente ogni napoletano ha il suo dispensatore di pastiera preferito.
Ma posso dirvi che era buona!
Il cuoppo di mare e di terra
Il nostro viaggio tra i sapori si conclude con un altro tipico cibo di strada, il cuoppo, ovvero il cono di frittini che non mancherete di vedere in mano alle persone che passeggiano per il centro storico.
Tanti i posti dove potrete assaggiarlo, ma questi sono quelli che vi consigliamo: Passione di Sofi in Via Toledo, la Friggitoria del Vomero e infine Da Matteo dove già vi ho parlato della sua frittatina di pasta davvero superlativa!
Dove bere il caffè a Napoli
Napoli non è solo pizza ma è anche e sopratutto sinonimo di buon caffè.
Ma dove bere un caffè che sia all’altezza della nomea?
Tre, quasi quattro, sono i posti che vi consigliamo.
Caffè Ganbrinus
Caffè Gambrinus in Piazza del Plebiscito. Qui si viene più per la storicità del posto che per il caffè in sé che comunque rimane di ottima fattura grazie anche alla qualità delle miscele selezionate.
Cuccuma Cafè
Ve ne ho già parlato sopra. Situato in una piccola traversa di SpaccaNapol,i Cuccuma caffè è una vera chicca! Achille è uno tra i pochissimi a servire il caffè a Napoli fatto proprio con la caffettiera napoletana.
Come ci racconta Achille, il caffè qui è lento, quasi da meditazione.
Servito al tavolo con tanto di cremina al caffè, in realtà la tradizione vuole che venga bevuto amaro non prima di aver bevuto un bicchiere d’acqua per esaltarne il sapore.
Se glielo chiedete, Achille vi mostrerà tutti i passaggi di come si fa il caffè con la caffettiera napoletana detta anche Cuccuma.
Chalet Ciro
Pare che da Chalet Ciro a Mergellina ci sia il caffè più buono in assoluto di Napoli! Noi (quasi per caso) siamo andati ad assaggiarlo (in realtà ero incuriosita dalle sue graffe, un dolce che assomiglia ai bomboloni fritti).
Qui il caffè viene servito rigorosamente nella tazzina bollente ed un era anche già zuccherato.
E’ davvero buono questo caffè? Sì decisamente sì, uno dei migliori che io abbia mai bevuto! Io ed Ale ogni tanto ci diciamo ancora “ma quanto era buono il caffè di Chalet Ciro?”
Don Cafè – Street Art Coffee
Il quarto posto non è un locale. Se vi capita di visitare Napoli al volo e di rimanere in Via Toledo, allora il caffè è take away! Ma realizzato rigorosamente con la cuccuma, ovvero la già citata caffettiera napoletana.
Cercate Giuseppe ed il suo chiosco ambulante carinissimo.
I taralli napoletani
Per chi ama i taralli esiste la variante napoletana. Completamente differenti da quelli pugliesi sono anche chiamati “taralli sugna e pepe” e risultano molto più friabili.
Realizzati di base con farina, strutto, mandorle e sale, hanno la forma intrecciata e vanno mangiati caldi.
Diverse poi le varianti di gusto come ad esempio al pomodoro, al basilico, alla cucurma, al piennolo giuallo, al formaggio.
Perfetti da accompagnare ad uno spritz per un aperitivo alternativo.
Noi li abbiamo assaggiati alla Taralleria Napoletana ma sul lungo mare Caracciolo trovate tanti chioschetti che li realizzano.
Birra, vino e spritz
Bene, ora che sapete cosa mangiare a napoli e dove mangiare non vi resta che sapere cosa bere!
Per il vino puntate su Lacryma Christi, prodotto ai piedi del Vesuvio. Rosso e decisamente corposo, strutturato e dalle note speziate: non serve però arrivare fino al Vesuvio per assaggiarlo in quanto lo troverete anche nei negozietti in città.
Se volete invece degustare una birra artigianale locale, allora assaggiate N’artigiana del Birrificio Artigianale Napoletano, nato sotto il sole della città partenopea proprio nel periodo di difficoltà del Covid.
Fresca, leggera e beverina è perfetta per le giornate calde.
E ovviamente, spritz take away ad 1 euro e granita allo spritz (pericolosissima, ne berreste a fiumi) sempre a solo 1 euro. La trovate in Piazza Dante da Don Alfredo!
Mi raccomando comunque non lasciate la città senza prima aver assaggiato il pane cafone e ovviamente il casatiello.
2 risposte
Grazie. Utilissima. Se poi ci fosse anche una mappa o percorso da poter seguire sarebbe il top!!
Devo tornare a Napoli a Giugno prometto che aggiorno l’articolo e faccio la mappa dove mangiare a Napoli! 🙂