Nashville la teniamo per il primo giorno più come punto base in quanto dedicheremo buona parte della giornata alla visita di un must del Tennessee, la Jack Daniels Distillery situata nella tranquilla cittadina di Lynchburg, distante poco più di un’ora di macchina dalla città.
Attraversiamo una parte di Tenessee molto bella, tante fattorie curate, addirittura una fattorie che vende solo alberi di natale, tanti i burn (i tipici fienili) di legno dipinti di rosso o blu, con i classici steccati bianchi sparsi qua e là che delimitano i numerosi allevamenti di cavalli che incontriamo lunga la strada. La sensazione che si ha è che sia una zona bella dove vivere.
Dopo esserci goduti il paesaggio eccoci alla Distilleria. Ora, io non bevo whisky (tra l’altro mi dicono che non sia poi così buono) ma ogni volta che alla tv danno la pubblicità “invecchiato…. nel Tennessee” con i due vecchietti che stanno lì in attesa e giocano a dama, ecco ho sempre pensato da un posto lontano, di quelli irraggiungibili, uno di quei posti capaci di conquistare il tuo immaginario e la tua fantasia.
E invece eccomi qua e quasi non mi sembra vero di essere di fronte a quel patio con le stesse sedie a dondolo come nello spot…mancano solo i due vecchietti! Le visite sono guidate e i gruppi partono ogni 30 minuti. Non sono prenotabili ma sono gratis.
Foto di rito del gruppo, e via si parte sul pulmino attraverso la storia di Jack. Passiamo dal suo ufficio, entriamo nella distilleria vedendo tutte le diverse fasi di lavorazione, annusiamo il whisky nel calderone, scopriamo la fonte d’acqua, fondamentale elemento per la produzione del whisky, e facciamo la foto con la statua di Mister Jack. Dopo 1 ora circa la visita finisce e non è prevista nessuna degustazione. Allo shop, acquisto d’obbligo per mio fratello, estimatore di Jack Daniel’s: una White Rabbit, una bottiglia che viene venduta esclusivamente li.
Completiamo la visita con un giro nel paese, degustiamo un ottimo BBQ (ovviamente al Jack Daniel’s), e ci concediamo un ultimo raid ai negozi di souvenir. Purtroppo non possiamo mettere in valigia quei fantastici tavolini realizzati con le doghe delle botti dismesse che profumano ancora di whisky…
Via si ritorna a Nashville. Prossima tappa: Cooter’s place. Alzi la mano chi non ha mai desiderato salire sul Generale Lee, o si è infatuato di Bo o Luke e tutti i maschi di Daisy? Cooter’s è un negozio di memorabilia aperto proprio dallo stesso Cooters, il meccanico di Hazzard. Lui sembra passare in negozio ogni tanto ma ahimè noi non lo incontriamo. Il posto è pieno zeppo di tutta una serie di gadget stupidi come il portachiavi che fa il suono del mitico Generale Lee. Quasi pronta a buttarmici sopra, vengo fermata da Ale che mi impedisce di spendere dei soldi (non pochi) per salire sul Generale per la foto, #noioso!
Chiudiamo trascorrendo la serata in Broadway Avenue la via della musica di fianco alla Country Music Hall of Fame che nella forma richiama quella di un pianoforte a coda. La via è un melting pot di locali dove suonano musica dal vivo dalla mattina a notte inoltrata, di negozi di souvenir e negozi di stivali in stile country. Entriamo ed usciamo da tutti i locali dove suonano band o cantanti singoli, e ci divertiamo davvero un sacco. L’atmosfera è piacevole in qualsiasi locale, si balla si canta e l’ingresso è libero senza nemmeno essere obbligati a consumare.
Nella visita a Nashville abbiamo evitato i musei della storia della musica country che non ci affascina fino a questo punto. Abbiamo preferito viverci la città e vivere questo mondo fantastico dove è possibile invece ascoltare la musica dal vivo per ore e ore.
L’ultimo giorno a Nashville lo trascorriamo alla ricerca di un murales che avevo intercettato su instagram e mi aveva conquistato. La caccia al murales ci porterà a scoprire una parte molto carina della città.
Ci alziamo presto con un programma ben chiaro nella mente: murales + Lovett Cafe + Memphis. In pratica, già prima di partire, Alessandro mi minaccia sul murales:
“Sei sicura? Guarda che se arriviamo là e non c’è mi arrabbio!”
Ho un debole per la street art (non si era capito vero?) ma a volte, come dire non è così semplice individuarla. Però questa volta ero sicura di essermi documentata adeguatamente e dunque mi sentivo di rassicurarlo prontamente…
“Ma no tranquillo, sono sicura dell’indirizzo”.
Il murales in questione l’avevo intravisto per caso sulla pagina di Design Love Fest e lo avevo messo nella lista delle cose da vedere. Scoprirò solo in un secondo momento che è il
manifesto-simbolo di un negozio, www.dcxvindustries.com, inserito addirittura nella lista dei murales assolutamente da vedere dall’Hugffington Post… Ok inserisco l’indirizzo nel navigatore che ci porta a destinazione… ma del murales non c’è traccia, c’è solo il negozio.
Panico!
Il negozio è per di più chiuso e qualcuno incomincia a manifestare la sua incazzatura…
Io ovviamente non voglio arrendermi, lo voglio vedere.
Ma come fare? Non c’è nessuno a cui chiedere!
Risaliamo in macchina, momento di tensione e silenzio, finché dopo uno scambio di battute decidiamo di cercarlo in qualche modo. Ad un certo punto Ale inchioda la macchina davanti ad un locale hypster dove fuori sono seduti due ragazzi altrettanto hypster. Siamo davvero fortunati: i due lo conoscono e si prodigano nel darci le indicazioni per poterlo trovare. Ad un certo punto uno dei due mi fa “forse in macchina ho una maglietta con quell’immagine, non sono sicuro vado a vedere. Se ce l ho te la regalo!” Resto praticamente allibita perchè nessuno in Italia avrebbe avuto tanta gentilezza. Il ragazzo corre alla macchina ma purtroppo non ha la maglietta e si scusa. Non fa nulla, il pensiero che ha avuto vale più di ogni altra cosa!
Risaliamo in macchina e riattraversiamo l’intera città (ovviamente si trova dall’altra parte rispetto a dove ci trovavamo), però questa volta andiamo a colpo sicuro e troviamo subito il murales.
Incominciamo a scattare mille foto e nel frattempo passa anche un local che con il suo cagnolino ci imita nelle foto. Attacca bottone con noi e sentendo che siamo italiani ci indica un posto dove, a detta sua, mangiare ghiaccioli favolosi (peccato sia ancora inizio mattina). Lì vicino troviamo anche un negozio di oggettistica per la casa: parcheggiato di fronte, un fantastico camioncino vintage da street food. Non faccio in tempo ad arrivarci che arriva la ragazza dello shop a spostarlo. Sente il mio “ma no” e non appena capisce che volevo fare una foto mi fa salire e mi sta scatta direttamente lei, divertita, mille foto…ovviamente poi ci simao persi in chiacchiere chiedendoci da dove veniamo cosa stavamo visitando ecc… Ecco questa curiosità e approccio sulla West Coast proprio è mancato. Ed è veramente piacevole conoscere persone nuove e intrattenersi con i local.
Finito il book fotografico facciamo un rapido giro nel negozio, Whites Mercantile risulta davvero bello.
Andiamo finalmente a fare colazione o meglio a pranzare poco fuori Nashville, al Lovett Cafe famosissimo per il suoi biscotti e il pollo fritto. Arriviamo giusto in tempo per non fare troppa fila, il posto è gettonatissimo. I famosi biscuits sono compresi di default come omaggio e vengono serviti caldi accompagnati da burro e marmellata. Deliziosi!
Passando davanti alle cucine si può vedere come vengono realizzati. Anche la cameriera del nostro tavolo è molto socievole e ci racconta che il figlio si trova proprio in Italia per studiare. Una vista al negozio annesso e riprendiamo la nostra strada verso Memphis. Salutiamo Nashville ed entriamo in una parte di Tenessee un po più decadente e a tratti triste.
HOTEL BEST WESTERN BRENTWOOD
book.bestwestern.com