Fatta scorta di energia ci mettiamo in strada immettendoci sulla I-40. Il giorno sara’ più che altro di trasferta: sono previste quasi 7 ore di macchina che poi si sa, tra traffico e pause da Wallmart, non sono mai quelle previste. La trasferta (oltre 500 miglia) risulta tranquilla, un breve stop giusto per pranzare con un fantastico BBQ, fino a quando arriviamo a Dallas, e il traffico qui diventa insopportabile, caotico a causa dei vari lavori in essere sull’autostrada, neppure Los Angeles era così. La strada è un autostrada dedicata a Bush.. forse per questo è così insopportabile (chiedo scusa a tutti i repubblicani io preferisco Oby!) hahahaha!
Finalmente eccoci a Fort Worth e al nostro B&B, la Texas White House, una meravigliosa casa risalente all’inizio del 900
Un giro nel centro abitato e scopro, che qui a Fort Worth, ci sono proprio i miei negozi preferiti come Antropologie e William Sonoma.
Mi trattengo dallo Shopping, anche se il Kitche Aid era li’ a chiamarmi insistentemente (a metà prezzo!!!!) … ma in valigia, ci starà?
Per fortuna vicino al posto dove pernottiamo ci sono a pochi passi molti ristoranti. Chiudiamo cosi’ la nostra giornata in un ristorante messicano pazzesco consigliatoci da Cindy, la proprietaria del B&B una buonissima dispensatrice di suggerimenti culinari (adoro) super innamorata dell’Italia.
Su suggerimento di Cindy, ci alziamo presto per raggiungere Dallas ed evitare l’orario di punta (è una strada super trafficata). Colazione con un buonissimo home made Waffle a forma di Texas (non ci credo!!!) e partiamo senza incontrare nessun altro ospite del B&B.
Arriviamo giusto in 40 minuti, troviamo subito parcheggio e ci avviamo per la tanto attesa visita del Six floor Museum dedicato a Kennedy e alla storia del sua assassinio avvenuto proprio a Dallas. Il museo sorge esattamente nell’edificio da cui sono partiti i colpi di fucile che uccisero il Presidente nel corso della sua parata cittadina. Alla fine del percorso fatto di video, testimonianze, documenti storici, si può salire al piano da cui proprio furono sparati quei colpi letali: da qui si vede la X che tuttora è ben segnata sull’asfalto ad indicare proprio il punto dove Kennedy fu colpito. Per quanto abbia fatto o non abbia fatto come presidente, Kennedy rimane un simbolo della storia americana, e il suo assassinio tutt’oggi è avvolto da un alone di mistero con numerose teorie di possibili complotti.
Usciti dal museo, facciamo un breve giro in centro per vedere soprattutto il monumento dedicato a Kennedy. Il caldo è davvero insopportabile. Pranziamo in un buco con 4 sedie, ordiniamo da mangiare e mentre mi alzo per fotografare il cartello posto sopra al bancone con scritto “no wi-fi, per favore parlate tra di voi” non faccio in tempo a tornare al mio tavolo che un signore con tanto di cappello da cowboy, camicia azzurra e stivali da texano si gira verso di me e comincia a parlarmi. Mi racconta che arriva da St. Louis addirittura con il suo aeroplano personale… che è venuto a Dallas per un incontro di lavoro e che ha pilotato lui. Orgoglioso, mi mostra tutto le foto sul suo iphone. Che personaggio!
Nel pomeriggio torniamo a Forth Worth andando però nella parte storica che si trova un po’ fuori città. L’attrazione principale di questo posto, oltre a sembrare un vecchia cittadina del far west, è il passaggio della mandria che si tiene ogni giorno: un gruppo di vitelloni e mucche con corna lunghissime attraversa il centro guidati da veri cowboy a cavallo. Vuoi non vederla?
Il viale è completamente pieno di gente ma notiamo un gruppo di 4 persone proprio vicino a noi che ci guarda incuriosito tirandosi tra loro delle gomitate finché uno di loro prende l’iniziativa e ci chiede se noi siamo i “famosi” italiani che soggiornano alla Texas White House. Rimaniamo basiti dalla domanda ma soprattutto dalla coincidenza che siano i nostri co-ospiti nel B&B a cui Cindy ha parlato di noi. Quante possibilità avevamo di incontrarci senza esserci mai visti? Incredibile! Scambiamo quattro chiacchiere, ridiamo su questa incredibile coincidenza e poi, separandoci da loro, iniziamo il nostro giro di negozi che frutta un bellissimo stampo di biscotti a forma di Texas, una borsa con la bandiera del Texas, e mi trattengo davanti ad un paio di ugg in super saldo con stampata la stessa bandiera … Mi sto forse texanizzando? No… ma il Texas per quanto tutti siano convinti e iper campanilisti, per quanto tutti repubblicani mi ha davvero conquistata.
Arrivano le tanto attese ore 20.00 non vedevamo l’ora di assistere ad un rodeo allo stockyardsrodeo (questo è il secondo motivo per cui siamo venuti a Fort Worth) e subito entriamo nell’arena dove prendiamo posto per assistere allo spettacolo che si svolge esclusivamente il venerdì sera e il sabato sera. Ovviamente ho fatto in modo di passare di qua proprio il venerdì sera. Lo show risulta divertentissimo fatta ad eccezione di quando i vitellini vengono presi al lazzo, poveri! La gente è super convinta, non vi dico quando hanno aperto con l’inno americano, e fanno anche piccole pause in cui coinvolgono direttamente il pubblico, in particolare i bambini che divertiti cercano di trasformarsi in dei piccoli cowboy che devono rincorrere i vitellini. Lo spettacolo si divide in tre parti: montare e resistere il più a lungo possibile un bue imbizzarrito; una prova a tempo a cavallo tra i barrells e infine la presa al lazzo del vitellino. Devo ammettere però che la parte più emozionante è stata all’inizio quando ci siamo dovuti alzare e intonare l’inno americano al passaggio di una enorme bandiera a stelle e strisce portata da un cowboy a cavallo… proprio come nei film.
Lo spettacolo finisce verso le 22,30 e grazie al nostro biglietto possiamo entrare al Billy Bobs Honky Tonk più grande del mondo, proprio a pochi passi dietro all’arena del rodeo, dove poter bere, mangiare, ballare e ascoltare musica dal vivo. Dentro è davvero enorme.
Beviamo qualcosa e ascoltiamo della buona musica di una band che sembrerebbe essere piuttosto famosa qui nel sud. Sentendoci anche noi un po’ cowboy ce ne torniamo a casa, domani ci aspetta un giorno di trasferta alquanto impegnativo.
Ci alziamo presto con l’idea di partire subito dopo colazione, ma l’ottima compagnia ci fa cambiare i piani. Al “social table” del B&B ritroviamo Tim, Sue, Robert e Sciovanni (fantastica la pronuncia con cui cerca di italianizzare il nome), il gruppetto dei 4 che abbiamo conosciuto mentre aspettavamo la mandria. La colazione è animatissima, ci raccontiamo le nostre esperienze di vita, il viaggio, la nostra visione dell’America, le bellezze dell’Italia…e anche Cindy, tra una portata e l’altra che ci serve, partecipa animosamente alle diverse conversazioni.
E’ proprio a tavola che scopriamo che il B&B è abitato da un fantasma. Non solo, la stanza dove abbiamo dormito è il suo luogo preferito proprio per le sue apparizioni. Brividi!
Arrivano le 11 senza nemmeno accorgercene (altro che partire presto!), ci raggruppiamo tutti nella hall per una foto ricordo e ahimè è giunto davvero il momento dei saluti tra le mille raccomandazioni che ci fanno sia per le ore di macchina che ci aspettano sia su come dobbiamo stare attenti una volta che saremo arrivati a New Orleans.
Ci aspettano infatti ben 8 ore di viaggio.
HOTEL: THE TEXAS WHITE HOUSE
Ve ne parlo anche qua